Nel cuore della giungla argentina, un rifugio per nazisti

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naziUn rifugio segreto per i nazisti del Terzo Reich nel bel mezzo della giungla argentina: a scoprirlo è stato un gruppo di archeologi che stava effettuando alcune ricerche vicino al confine col Paraguay. All’interno sono state trovate monete tedesche risalenti agli anni Trenta, frammenti di porcellane «Made in Germany» e simboli nazisti appesi al muro.

«Non troviamo altra spiegazione sui motivi per cui qualcuno avrebbe dovuto costruire una struttura del genere, con grande sforzo e spesa, in un luogo completamente inaccessibile, lontano da centri abitati più vicini e con materiali non tipici dell’architettura regionale», ha spiegato il capo archeologo Daniel Schavelzon dell’Università di Buenos Aires al quotidiano inglese Telegraph, riportato da Libero.it. In effetti molti nazisti trovarono rifugio in Argentina dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Ma secondo Schavelzon quel rifugio fu progettato molto prima, quando il conflitto era ancora in corso.

«A quanto sembra, verso la metà della Seconda guerra mondiale, i nazisti progettarono la costruzione di rifugi per i loro capi in caso di sconfitta», contoinua Libero.it, riportando il quotidiano argentino Clarin. Tali rifugi dovevano sorgere in «luoghi inaccessibili, in mezzo al deserto o alle montagne, oppure nel cuore della giungla, come questo» che, per di più, ha il vantaggio di trovarsi a soli 10 minuti dal confine con il Paraguay.

Il rifugio però non fu mai utilizzato, perché dopo la caduta del regime nazista i gerarchi sono stati accolti apertamente in Argentina. Migliaia di nazisti e fascisti italiani e croati, ebbero la benedizione del presidente Juan Domingo Peron che, alla guida dell’Argentina dal 1946 al 1955, accolse circa cinquemila nazisti.

Nel 1960 Adolf Eichmann venne scovato e rapito a Buenos Aires da un commando israeliano e portato in Israele dove venne processato e impiccato. E anche Joseph Mengele, responsabile dei terribili esperimenti sui prigionieri di Auschwitz si nascose in Argentina dopo la guerra.