Mattarella a Rivlin: “Rapporti straordinari. Ma sono preoccupato per lo stallo dei negoziati”

Israele

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Il presidente italiano Sergio Mattarella e quello israeliano, Reuven Rivlin, durante l'incontro ufficiale a Gerusalemme (31 ottobre 2016)
Il presidente italiano Sergio Mattarella e quello israeliano, Reuven Rivlin, durante l’incontro ufficiale a Gerusalemme (31 ottobre 2016)

“Si tratta della mia prima visita ufficiale in Medio Oriente e la mia scelta di iniziare proprio da Israele conferma lo storico rapporto di grande amicizia tra Israele e Italia. Non vi è settore in cui non registriamo amicizia e grande affinità di valori, che sono alla base delle nostre rispettive società e democrazie”. Così il presidente Sergio Mattarella ha dato inizio alle dichiarazioni alla stampa (clicca qui per il video), in occasione dell’incontro con il presidente israeliano Reuven Rivlin, lunedì 31 ottobre, durante il suo viaggio ufficiale in Israele: il primo, appunto, in Medio Oriente.

Mattarella ha sottolineato la bontà dei rapporti fra due Paesi, dichiarando: “Sul pano bilaterale i rapporti con Israele sono straordinari, la cooperazione culturale, scientifica e tecnologica ha fatto registrare negli ultimi 15 anni uno straordinario percorso che ci ha consentito di raggiungere risultati concreti e forme stabili di cooperazione”.

Un esempio di questa cooperazione è il progetto di traduzione del Talmud in italiano “di cui – ha aggiunto – con il Presidente Rivlin, condivido il privilegio di possedere le prime due copie. Un progetto scientifico di grande rilievo, ma anche un grande tributo all’ebraismo italiano e al dialogo millenario fra il popolo d’Israele e quello italiano”.

“Israele, con la sua vitale democrazia, costituisce un modello per tutta la regione – ha continuato -. L’Italia sarà costantemente dalla parte di Israele ogni qualvolta il suo diritto e dovere di esistere venisse minacciato o posto in dubbio. Il terrorismo non ha alcuna giustificazione. Siamo dalla parte delle vittime innocenti e continueremo attivamente a contrastare ogni incitamento alla violenza, da qualunque parte provenga. Il contrasto al terrorismo costituisce oggi uno dei punti prioritari dell’agenda della comunità internazionale”.

Ma al contempo Mattarella ha espresso una grande preoccupazione per lo stallo del Processo di Pace. “L’assenza di un orizzonte politico credibile per la ripresa dei negoziati mette seriamente in pericolo le stesse prospettive della soluzione di due Stati per due popoli. Lo stallo rischia di condurre a nuove e impreviste ondate di radicalizzazione. E’ opportuno continuare a lavorare convintamente e a ogni livello a favore della promozione del dialogo e della comprensione reciproca, anche attraverso l’educazione e le campagne di sensibilizzazione”.

“Israele e Italia, democrazie solide – ha concluso – hanno un grande compito per promuovere la pace e la cooperazione a livello internazionale”.

Mattarella da Abu Mazen
Dopo l’incontro con Rivlin Mattarella ha incontrato anche il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, con cui ha ribadito la necessità di riprendere i colloqui di pace. “Serve un accordo duraturo di pace onnicomprensivo, due Stati per due popoli, e la ripresa dei negoziati deve rimanere una priorità per la comunità internazionale”, ha dichiarato, sottolineando che  “la riconciliazione non è più procrastinabile ed è vitale per stabilizzare l’area”.

Dal canto suo Abbas ha dichiarato di essere per la soluzione due popoli due Stati. “La pace è per noi un obiettivo strategico e per ottenerla bisogna mettere fine all’occupazione secondo la soluzione di due stati per due popoli, che vivono a fianco in pace e sicurezza”. Inoltre Abbas ha sottolineato che l’Italia “avrà un ruolo importante e di sostegno” alla Conferenza internazionale di pace promossa da iniziativa francese, che dovrebbe venire celebrata entro la fine dell’anno. E ha chiesto chiaramente all’Italia di riconoscere la Palestina unilateralmente: azione, questa, definita dal presidente israeliano Rivlina quello italiano come un ostacolo alla pace.

Non sono mancati, nelle parole del presidente palestinese, gli attacchi a Israele che vuole “cambiare l’identità di Gerusalemme est“. “Noi rispettiamo la religione ebraica, ma Gerusalemme deve essere aperta a tutte e tre le religioni”, ha aggiunto il leader palestinese, secondo cui non si può proseguire “con le violenze israeliane e le violazioni contro il popolo e i luoghi santi palestinesi”. Sconcertante, però, è che Abbas consideri positiva la risoluzione Unesco sui luoghi sacri di Gerusalemme, nata “solo per conservare i siti archeologici” di Gerusalemme: quella stessa risoluzione definita ‘allucinante’ dal premier italiano Renzi.

A concludere il viaggio di Mattarella in Israele sarà mercoledì 2 novembre l’incontro con il Primo ministro israeliano Beniamin Netanyahu a Gerusalemme e con la presentazione al Museo Eretz Israel di Tel Aviv del progetto del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara: a raccontare l’importanza del Meis nel panorama culturale italiano il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, assieme a Simonetta Della Seta e Dario Disegni, rispettivamente direttore e presidente del Meis, oltre al sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani. A portare invece i saluti dell’ebraismo italiano, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, parte della delegazione che ha accompagnato il Capo di Stato in Israele.