L’Italia approva due mozioni sul riconoscimento della Palestina, ma contrastanti

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cameraE alla fine, dopo settimane di discussioni e polemiche, il voto favorevole della Camera del parlamento italiano al riconoscimento della Palestina è arrivato. Ma, in puro stile italico, non senza polemiche e difficoltà. La Camera infatti ha approvato venerdì 27 febbraio due mozioni diverse, che presentano delle divergenze.

La prima è quella del Partito democratico che impegna il governo a promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina entro i confini del 1967, tenendo comunque in considerazioni “interessi e preoccupazioni” di Israle. Il testo Speranza-Locatelli ha ottenuto 300 voti favorevoli e 40 contrari (59 gli astenuti): favorevole anche Sel.

La seconda è invece quella voluta da Area Popolare (Ap) e Nuovo Centrodestra (Ncd), firmata da Francesco Cicchitto, che ha ottenuto 237 sì e 84 no (64 astenuti).

“Il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per rilanciare e riprendere il negoziato tra le parti”, aveva detto il Ministro degli Esteri Paolo gentiloni durante le comunicazioni del governo sulla politica estera. Un parere “favorevole” che si estende a entrambe le mozioni (Pd e Ap-Ncd). L’esecutivo – fa sapere il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova – rende parere favorevole sia alla mozione del Pd sia a quella di Ap-Sc sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Una dichiarazione di equidistanza che non è piaciuta né alla minoranza dem né ai Cinque Stelle.

gentiloni palestina
Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri

Una doppia approvazione, quindi, che secondo i media italiani genera non poca confusione. “Perché i due testi, sostanzialmente – scrive Repubblica.it -, dicono cose diverse: se quello del Pd “impegna il governo a “promuovere” il riconoscimento della Palestina “di pari passo con lo sviluppo dei colloqui di pace”, il testo dei centristi subordina l’impegno per il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un’intesa politica tra i palestinesi e alla ripartenza del processo di pace. In sostanza, il Parlamento italiano ha sostenuto, per qualche minuto, il riconoscimento della Palestina, per poi approvare, subito dopo, una mozione che dice – se non il contrario – qualcosa di molto diverso”.

Le reazioni
Un esito quindi confuso, in cui tutti – a parte il M5S – esultano. Molto positiva la reazione di Israele, che in una nota ufficiale diramata dall’ambasciata in Italia dichiara: “Accogliamo positivamente la scelta del Parlamento italiano di non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace. Così come scritto all’inizio della mozione ‘la soluzione potrà essere raggiunta soltanto attraverso i negoziati’. Tutti i governi d’Israele, a partire dagli accordi di Oslo, hanno accettato e fatto propria l’idea di due stati per due popoli. Dopo le elezioni e la formazione di un nuovo governo in Israele a marzo è necessario che i palestinesi decidano di tornare al tavolo delle trattative senza precondizioni, per portare avanti la pace e la sicurezza fra i due popoli”.

Diametralmente opposta, invece, la lettura dell’ambasciata della Palestina, comunicata in una missiva indirizzata al Capigruppo di Sel Arturo Scotto (che ha votato, insieme agli altri deputati di Sinistra Ecologia e Libertà, la mozione targata Pd). Una lettera in cui si ringrazia l’Italia per il voto della Camera in cui “si riconosce lo Stato di Palestina”: “Oggi il Parlamento italiano ha votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, affermando i continui e duraturi rapporti storici di amicizia tra i due paesi e i due popoli”.

Interessante anche l’opinione dell’israeliana Yael Dayan, scrittrice figlia di Moshe Dayan, fra gli 800 firmatari dell’appello all’Europa per il riconoscimento della Palestina. Come riporta dall’Huffington Post in un’interessante analisi di Umberto de Giovannangeli: “Apprezzo la scelta del Parlamento italiano – dice la figlia dell’eroe della Guerra dei Sei giorni, il generale Moshe Dayan, raggiunta telefonicamente a Tel Aviv dall’Hp – e da israeliana che ha combattuto per la sicurezza del proprio Paese, non la considero un atto di ostilità, ma al contrario di amicizia verso Israele. Penso questo perché sono convinta che la nascita di uno Stato palestinese non rappresenti un cedimento al “nemico” ma un investimento sul futuro per Israele. Un futuro che le destre mettono a repentaglio, riproponendo una politica fondata su una cultura militarista, cavalcando l’insicurezza e vendendo una illusione: quella di una pace a costo zero”.

“È terribile odiare ed essere odiati per così tanto tempo. È estenuante occupare ed essere occupati per così tanto tempo. Questa liberazione riguarda anche noi israeliani”, le fa eco David Grossman, tra i più affermati scrittori israeliani, anche lui, come Yael Dayan, tra i promotori dell’appello all’Europa.