L’Anpi e la proiezione a Biella del film “Israele, il cancro”: è polemica

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biella-anpi-cancroAlla fine è successo: nonostante la Provincia di Biella avesse negato alla sede dell’Anpi della Valle Elvo e Serra di proiettare nelle scuole il film “Israele, il cancro”  di Samantha Comizzoli, propal antisionista e fortemente antisemita, il video è stato comunque mostrato il 10 marzo nella sede Arci della città piemontese, davanti a circa cento persone.

Eppure, dopo che il presidente dell’Ucei Noemi Di Segni aveva scritto al presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia che “il sostegno dell’Anpi a iniziative come quella che vi segnalo rappresenta un fatto gravissimo e incomprensibile e duole ancor più nella considerazione che tale filmato divenga un’esperienza vissuta nella scuola”, la Segreteria Nazionale ANPI aveva intimato alla Sezione di Valle Elvo e Serra “di eliminare il logo dell’ANPI dalla proiezione di un film che reca un titolo in netto contrasto con la linea seguita dalla nostra Associazione e più volte ribadita”, si legge in un comunicato.

Dal canto suo, il presidente Carlo Smuraglia in un comunicato pubblicato il 14 marzo sul sito web dell’associazione ha sì criticato il titolo del film -“Noi non siamo abituati ad esprimerci con giudizi e terminologie così violente (…), quel titolo non va bene, non è nello stile dell’ANPI” – ma ha allo stesso tempo preso le distanze dalle critiche di essere troppo prudente e ha ribadito che nei confronti del conflitto Israele-Palestina l’Anpi ha sempre avuto “una linea precisa, netta e coerente”. Allo stesso tempo, però, critica fortemente la politica attuale di Israele – “Non è così che si favorisce la pace e la convivenza civile (…). E se escono documentari o scritti che dimostrano in quali terribili condizioni si viva in Palestina, questo non può essere censurabile, perché corrisponde a verità”.

“Questo significa che non ci siano altre responsabilità e che noi siamo favorevoli agli atti di violenza, ai razzi, agli attentati da parte di palestinesi? – continua Smuraglia -. Niente affatto. Noi possiamo comprendere la rabbiosa disperazione di chi subisce condizioni impossibili e violazioni gravissime dei più elementari diritti umani, ma sappiamo che anche questo non produce pace ma apre o prosegue una catena di azioni e contro azioni che rischia di non avere mai fine. Sappiamo che ogni ostacolo al cammino della pace ed alla speranza di una convivenza civile, deve essere considerato per tale e rimosso. Anche su questo piano siamo stati sempre chiarissimi e tali intendiamo restare, contrari come siamo alla violenza e all’odio, comunque si manifestino, da qualunque parte provengano e quale che sia una loro eventuale “spiegazione””.

Infine, il presidente dell’Anpi fa un distinguo fra antisemitismo e antisionismo: “deploro vivamente la confusione che si fa molto spesso tra le eventuali critiche al Governo di Israele (criticabile, ovviamente, come qualsiasi altro governo) e l’antisemitismo. Si tratta di due linee molto diverse e tutti dovrebbero saperlo. Si può essere critici su certi comportamenti dello Stato di Israele (e lo sono, ripeto, anche non pochi israeliani); ma non si può, in nessun caso, essere “contrari” agli ebrei come tali, per la semplice ragione che siamo contrari al razzismo, comunque si manifesti e perché ce lo impone non solo l’art. 3 della Costituzione, ma la storia. Sono assolutamente certo che nell’ANPI non c’è spazio per nessuna forma di razzismo e che l’antisemitismo è estraneo addirittura alla nostra identità. (…) Per antisemitismo si intende comunemente l’avversione pregiudiziale verso gli ebri. È una forma di razzismo evidente, pericolosissima, antichissima e non ancora debellata. Dunque va combattuta risolutamente, ribadendo, peraltro, che non è corretto definire a priori qualsiasi critica nei confronti della politica di Israele come antisemita, perché non è così e non può essere così”.

Rimane il fatto che un documento violento come il film della Comizzoli sia stato divulgato con il sostegno dell’Anpi, e questo per noi è poco comprensibile.