Muro dei Nomi al Memoriale della Shoah - Stazione Centrale

Il nome è l’essenza

Eventi

di Rav Alfonso Arbib

Muro dei Nomi al Memoriale della Shoah - Stazione Centrale
Muro dei Nomi al Memoriale della Shoah - Stazione Centrale

“Il Signore formò dal suolo ogni genere di animale selvatico e ogni uccello dei cieli, che condusse quindi all’uomo per vedere che nome gli avrebbe assegnato… L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cieli e a tutte le bestie del campo”. (Bereshit 2, 19-20)

L’uomo è appena stato creato e Dio porta davanti a lui gli esseri viventi perché dia loro un nome. Più avanti Dio chiederà all’uomo, secondo il midràsh, di dare un nome a se stesso. Il nome scelto sarà quello di Adàm che ha un doppio significato. Da un lato deriva dalla parola adamà che significa ‘terra’ perché l’uomo è stato preso dalla terra, ma può anche derivare dal verbo ledammòt che vuole dire ‘paragonare’, assomigliare perché l’uomo è simile al suo Creatore. Il verso afferma “Assomiglierò all’Eccelso (edammè laelion)”. Come si vede, dar un nome non significa solo facilitare l’identificazione di qualcosa e di qualcuno, ma ha un senso molto più profondo. Il nome rappresenta l’identità, l’essenza degli esseri viventi. Questo vale per tutti gli esseri viventi ma vale a maggior ragione per gli esseri umani. E vale perfino per Dio stesso. Lo studio dei nomi di Dio è fondamentale in tutta la tradizione ebraica e in particolare nella mistica. Secondo alcuni commentatori, la Torà non è altro che lo studio dei nomi. Il profeta Zefanià, parlando dei tempi messianici, dice che in quell’epoca tutta l’umanità invocherà insieme il nome di Dio.

Moshè, quando viene mandato da Dio per liberare il popolo ebraico, chiede di sapere qual è il suo nome e Dio gli risponde che il nome è: “Sarò ciò che sarò” che, secondo il midràsh, vuol dire “sono con loro in questa sofferenza come sarò con loro in quelle future”.

Il nome occupa un posto particolare nei momenti di lutto. Durante tutto il primo anno di lutto viene ricordato il nome della persona scomparsa. Si costruisce una lapide che perpetui il ricordo e il nome del defunto.

Una delle decisioni simbolicamente più terribili dei nazisti è stata la cancellazione dei nomi, la trasformazione delle persone in numeri.

Dopo la Shoah, è stato molto difficile praticare il lutto per le persone scomparse. In molti casi non se ne conosceva il nome, non si sapeva se e quando fossero morti. Non si sapeva quando dire il kaddìsh, non si poteva costruire una lapide. Subito dopo la Shoah, la Rabbanut harashìt d’Israele prese l’iniziativa di istituire un giorno di kaddìsh generale in coincidenza con il digiuno del 10 di tevet e in tempi più recenti, quando si è riusciti a recuperare con opera meritoria i nomi delle persone scomparse, si è iniziato a leggere l’elenco di questi nomi il 27 di nissàn, Yom HaShoah. Si tratta di un uso che ha un profondo significato. Significa ridare un’identità a persone che erano state violentemente private di quell’identità. Ritengo che quello sia il momento più significativo e importante di Yom HaShoah.

Domenica 27 Aprile 2014 – 27 Nissàn 5774
Yom haShoah
Commemorazione dei deportati
Ore 18.00 – Tempio Centrale – via Guastalla 19 – Milano

Gli ebrei milanesi commemorano le vittime della Shoah affinché il loro ricordo non si affievolisca e sia testimoniato di generazione in generazione.
Raccogliendo l’invito rivolto da Gerusalemme, dedicano questo giorno agli uomini e alle donne, ai bambini e agli anziani del popolo ebraico che si vogliono ricordare come persone singole e uniche, perché ogni uomo ha un nome, glielo hanno dato Dio, suo padre e sua madre.

– Lettura dei nomi dei Deportati
– Accensione delle candele e un minuto di silenzio
– Riflessione del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Milano, Alfonso Arbib
– Lettura di Shir HaMaalot, Hashkavà, El Malè Rachamim, Michtam LeDavid

Con la partecipazione degli studenti di:
Scuola della Comunità Ebraica – Scuola Josef Tehillot – Scuola Merkos – Scuole milanesi
Si ringrazia la Fondazione CDEC per gli elenchi dei nomi dei Deportati
Coordinamento a cura dell’Associazione Figli della Shoah.