Francia: il movimento BDS sempre più illegale

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di Nathan Greppi

Giovedì 13 ottobre il Consiglio della regione francese Ile-de-France ha approvato un ammendamento secondo il quale non riceverà più finanziamenti da coloro che sostengono il movimento BDS. Ne dà notizia il Jerusalem Post.

Il presidente del consiglio, Valérie Pécresse, ha dichiarato: “In conformità con la legge, non tollererò nessuna forma di boicottaggio contro Israele nella regione di Ile-de-France.”

Robert Ejnes, presidente del Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche Francesi (CRIF in francese, l’equivalente dell’UCEI italiana), ha elogiato la decisione del consiglio regionale sulla propria pagina Twitter, seguito dal suo vice Ariel Goldmann.

Nell’ultimo periodo in Francia numerosi sostenitori dei boicottaggi di Israele sono stati arrestati con l’accusa di fomentare odio e discriminazione. Ciò è avvenuto in base alla Legge Lellouche del 2003, secondo la quale viene considerato razzismo anche prendere di mira determinate nazioni.

La Francia è stato uno dei primi paesi occidentali a prendere posizioni chiare contro il movimento BDS, soprattutto dopo che nel 2014, durante gli scontri tra Israele e la Striscia di Gaza, si erano moltiplicati gli atti antisemiti. Tuttavia ciò non ha impedito a una parte dell’establishment francese di prendere decisioni nella direzione opposta, come quando, due giorni dopo l’attentato di Rouen, venne conferita la cittadinanza onoraria al terrorista palestinese Marwan Barghouti.

Fortunatamente la Francia non è stato l’unico paese a cercare di mettere al bando il movimento. Iniziative per renderlo illegale sono state approvate anche in alcuni stati americani e in molte regioni spagnole, e anche il Regno Unito sta cercando di far passare una legislazione contro il BDS. Finora in Italia non è stata ancora presa alcuna posizione concreta, ma forse è anche perché qui il movimento, seppur in crescita, è molto più debole che altrove.