Amnon Shashua

Chi è Amnon Shashua, punta di diamante dell’imprenditoria israeliana

di Nathan Greppi

Venerdì 17 Marzo il noto quotidiano inglese Financial Times ha dedicato un lungo articolo sulla storia dell’imprenditore e docente israeliano Amnon Shashua; a molti questo nome potrebbe non dire niente, ma questo 56enne col debole delle moto è il presidente e co-fondatore di Mobileye, una società che si occupa di auto a guida autonoma e che ha recentemente ricevuto una speciale attenzione da parte dei media per essere stata acquistata dalla multinazionale Intel per 15,3 miliardi di dollari.

I sistemi di assistenza alla guida sviluppati da Mobileye sono già utilizzati da almeno due dozzine di industrie automobilistiche e sta giocando un ruolo chiave nello sviluppo di auto che si guidano da sole. Intel ha fatto una grossa scommessa non solo su Mobileye ma anche su Shashua, che verrà nominato capo della loro sezione dedicata alla guida autonoma, che avrà sede in Israele.

“Mi sto chiedendo se Intel abbia acquistato Mobileye o Amnon,” dichiara al Times Shmuel Peleg, professore dell’Università Ebraica di Gerusalemme, con il quale Shashua ha dato la tesi per il suo master all’Istituto Weizmann. “È una persona veramente unica in termini di immaginare il futuro per poi andare avanti e realizzarlo.” Un’immagine altrettanto positiva di Shashua l’hanno anche i suoi studenti, che lo descrivono come un professore esigente ma devoto: “Credo che la cosa migliore che ho imparato da lui è di guardare lontano e bene,” afferma Nadav Cohen, uno dei suoi studenti. “Ha un grande talento nell’immaginare le cose prima che accadano.”

Grazie all’accordo con Intel, Shashua è diventato uno degli imprenditori di maggior successo nella storia d’Israele. Un successo tale che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha invitato nel suo ufficio Shashua e Ziv Amiram, l’altro co-fondatore di Mobileye, e ha definito i due uomini un riflesso “della genialità e dell’orgoglio israeliani.”

Nato nel 1960, Shashua ha studiato matematica e informatica prima all’Università di Tel Aviv, poi all’Istituto Weizmann, e infine al MIT, dove ha sviluppato un particolare interesse per lo sviluppo dei computer. Già negli anni ’80, egli speculava sul mettere delle telecamere nelle macchine per prevenire collisioni, ben prima che tanti altri scienziati lo credessero possibile.

L’idea che si sarebbe poi evoluta nella società Mobileye nacque durante una conferenza tenuta da Shashua in Giappone nel 1998, quando suscitò l’interesse di un gruppo di ingegneri automobilistici affermando di poter usare una sola camera, invece di due, per misure di sicurezza quali gli avvisi di deviazione dalla corsia; se le persone posso vedere abbastanza bene da poter guidare con un occhio chiuso, disse, possono farlo anche le macchine. Egli fondò la sua compagnia l’anno seguente assieme ad Aviram, con cui aveva già lavorato a CogniTens, una precedente start-up che sviluppava sistemi visuali per macchine e aerei e che fu venduta al gruppo svedese Hexagon nel 2007.

Tuttavia, sebbene molti esperti sostengono che il mercato delle auto a guida autonoma arriverà a un valore di 70 miliardi entro il 2030, altri analisti ricordano che questo è un terreno ancora in fase di esplorazione, e che forse Intel ha pagato una somma eccessiva per una tecnologia ancora in fase sperimentale. L’anno scorso, infatti, la compagnia di Shashua aveva già dimostrato di non aver ancora raggiunto i risultati sperati, dopo che in Florida un uomo che aveva il sistema di guida autonoma di Mobileye nella macchina è morto in un incidente.

Ciononostante Shashua ha recentemente preso le difese della compagnia, affermando che Intel dà lavoro a più di 10.000 persone in Israele, e grazie a lui otterrà risorse che non avrebbe mai potuto accumulare da sola. “Se vogliamo cambiare il mondo e avere un ruolo chiave,” ha dichiarato, “dobbiamo pensare in termini di un industria completa, non solo di un prodotto, e questo è il motivo della fusione.”