Il Museo ebraico di Bruxelles chiuso dopo l'attentato

Attentato al Museo ebraico di Bruxelles: il cordoglio della Comunità

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Il Museo ebraico di Bruxelles chiuso dopo l'attentato
Il Museo ebraico di Bruxelles chiuso dopo l'attentato

FONDAZIONE MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO

Oggi apertura straordinaria  del Memoriale dalle 18.30 alle 20.30 in segno di solidarietà con la  Comunità Ebraica del Belgio e con le famiglie delle vittime dell’attentato di Bruxelles.

Le Comunità Ebraiche Italiane promuovono una serie di manifestazioni di solidarietà alle Comunità Ebraiche del Belgio per il tragico attentato di Sabato 24 Maggio.

Questa sera, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Milano, il Memoriale della Shoah di Milano apre straordinariamente le sue porte alla cittadinanza dalle ore 18.30 alle 20.30, per testimoniare solidarietà e partecipazione alla tragedia che ha avuto luogo a Bruxelles sabato scorso presso il Museo Ebraico e che è costata la vita a 4 persone.

Porte Aperte anche ai rappresentanti delle Istituzioni, della politica, delle associazioni e del mondo religioso per testimoniare la volontà comune di opporsi a ogni forma di sopraffazione e di intolleranza, perché giustizia e fratellanza fra i popoli possano prevalere sempre.

Un semplice gesto di presenza e partecipazione, ma anche una significativa dimostrazione di sostegno e vicinanza, in sintonia con l’analoga apertura straordinaria del Museo Ebraico di Roma.

Interverranno il Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, Ferruccio de Bortoli e il Vicepresidente Roberto Jarach.

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Ancora una volta. Può essere una scuola come una sinagoga, un cimitero oppure un museo. Nell’Europa xenofoba e razzista di questi tempi, l’antisemitismo è una delle manifestazioni criminali più evidenti e ricorrenti. E così, nell’esprimere come Comunità Ebraica di Milano tutta la nostra vicinanza alla Comunità di Bruxelles, ferita dall’attentato di ieri al Museo Ebraico, ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno a cuore i valori della pace e della tolleranza, perché assieme si fermi questa vergogna. Come ha detto il rabbino capo di Bruxelles, ogni attentato antisemita è un attentato contro la democrazia.
Non è possibile morire, nell’Europa della libertà, nata dalle ceneri di Auschwitz, perché ci si trova vicino a una stella di David o a una Menorah, oppure si indossa una Kippà o si visita un museo ebraico. Sabato prossimo diremo un Kaddish per le vittime di Bruxelles, nelle sinagoghe di Milano. Il nostro impegno non si fermerà qui, potete esserne certi. Un grazie di cuore al Presidente della repubblica Giorgio Napolitano che, primo tra i capi di Stato, ha espresso ieri la sua solidarietà e la sua indignazione.

Comunità ebraica Milano

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Quattro morti accertati (due donne e due uomini) e oltre dieci feriti. Una coppia di israeliani tra le vittime, identificati come Miriam ed Emmanuel Riva. La seconda donna uccisa è una volontaria che lavora al Museo, mentre il giovane di 23 anni, anch’egli impiegato nell’istituzione ebraica, dapprima ricoverato in gravissime condizioni non ce l’ha fatta. E’ deceduto domenica.

Questo il tragico bilancio di un pomeriggio di sangue nei pressi del Museo ebraico di Bruxelles. Colpi di arma da fuoco sono stati esplosi sabato pomeriggio nel centro della capitale belga e la pista antisemita è stata subito evidenziata dagli inquirenti. Vigilia delle elezioni europee, il pericolo xenofobia e razzismo era già stato denunciato, ma anche la matrice islamica viene presa in considerazione.

Tra le autorità del Belgio, sia il ministro degli Interni che quello degli Esteri –quest’ultimo casualmente presente sul luogo al momento della sparatoria – hanno avallato la pista di un atto terroristico. Ma non vi è stata finora alcuna rivendicazione e le indagini puntano su almeno due piste: terrorismo islamico o di matrice neonazista. Una persona sarebbe stata fermata, come testimone, e sarebbe ora sotto interrogatorio, ma finora non vi sono sospetti. Ancora poco fa l’intero quartiere –il «Sablon» celebre per i suoi negozi di antiquari, a pochi passi dalla grande sinagoga di Bruxelles e dalla Grand Place – era bloccato dalla polizia intervenuta in forze, e la caccia ai colpevoli era ancora in corso.
Una Audi era stata vista avvicinarsi al Museo poco prima dell’attentato e sono al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza.

Un attentato evitabile
Scioccate e indignate le reazioni di molti esponenti della Comunità belga, che da tempo denunciano la crescita di antisemitismo nel Paese, dove è sempre più forte la presenza islamica e dove si sono moltiplicati negli ultimi anni attacchi antisemiti ai singoli (molti dei quali bambini e ragazzi che si recano a scuola).

“L’attentato era prevedibile – sostiene Joel Rubinfeld, presidente della lega belga contro l’antisemitismo (LBCA) -. Assistiamo negli ultimi anni a una liberazione della parola antisemita, che riprende forza con i discorsi dell’umorista Dieudonné o del deputato Laurent Louis (che aveva organizzato un convegno antisemita con Dieudonné, poi impedito dalla polizia, ndr). L’attentato di ieri è il risultato inevitabile di un clima che diffonde l’odio

“Non è un caso – aggiunge Maurice Sosnowski, presidente del Comité de Coordination des Organisations Juives de Belgique (CCOJB) -. Questo attentato accade alla vigilia di un’elezione (anche politica in Belgio, ndr), in un luogo della memoria della Comunità ebraica, ma dove la protezione è minore rispetto ad altri luoghi come le scuole. Questo attentato è molto preoccupante, la Comunità ebraica è sotto cotsante  minaccia in Europa e in Belgio. Ma non avevamo ricevuto alcuna minaccia che avrebbe potuto allertarci su questa tragedia”.

Del resto, lo stesso Sosnowski solo lo scorso aprile durante una cena ufficiale in cui erano presenti moltoe persinalità politiche, aveva espresso i timori per il crescente antisemitismo e la violenza.

Le reazioni internazionali
Da Israele le prime reazioni: “L’attentato è la conseguenza del continuo incitamento contro gli ebrei e il loro Stato che viene sistematicamente attuato in Europa”, ha detto il Premier Benjamin Netanyahu. “Nessun leader europeo mi ha fatto una telefonata”.

Tra le numerose reazioni in Europa, tuttavia, in serata è arrivata quella del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano:
“L’antisemitismo è sempre in agguato e torna a manifestarsi nei momenti di maggior confusione e tensione nell’opinione pubblica.
Quel che è accaduto a Bruxelles ci richiama alla necessità di tenere sempre alta la guardia, di essere pronti a stroncare ogni rigurgito di antisemitismo, ma anche e soprattutto a non attenuare mai la continuità di un impegno di formazione delle coscienze e di rigorosa battaglia ideale. Sono come sempre vicino al mondo delle Comunità ebraiche ancora una volta duramente colpito”.

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato: “Ancora una volta l’odio torna a colpire nel cuore della nostra civiltà mostrando il suo volto più bieco e miserabile. Ancora una volta innocenti cadono sotto i colpi del fanatismo e dell’intolleranza.
Nel piangere le vittime dell’attentato di Bruxelles esprimiamo preoccupazione e sgomento per un’Europa violata nella sua stessa anima da chi, animato da un’ideologia malata, cerca di sradicare dalle nostre vite la democrazia, i diritti, persino la speranza.
La nostra risposta a questa ennesima violenza deve essere nella coesione di tutti coloro che si riconoscono in quei valori di pace, unità e fratellanza che i nostri nemici, i nemici dell’Europa libera e plurale sorta sulle ceneri di Auschwitz, cercano di mettere una nuova volta sotto attacco. Per raggiungere questo obiettivo non possiamo quindi limitarci a generiche parole di condanna ma impegnarci a fondo in una mobilitazione coordinata a livello internazionale, guidata dalle forze dell’ordine dei diversi paesi, per individuare tutti i gruppi potenzialmente nocivi allo scopo di evitare che episodi simili avvengano in futuro.
A tal fine la nostra attenzione deve essere dedicata anche a far sì che cessino, nel nome di una mal interpretata libertà di espressione, iniziative illegali di natura razzista, xenofoba e antiebraica. Scoprire al più presto gli autori di questo orrendo crimine aiuterà a fare chiarezza sulla dimensione e sulla portata del pericolo che ci troviamo a fronteggiare”.

A Milano, Samuele Bernardini, Presidente del Concistoro Chiesa Evangelica Valdese di Milano, ha inviato un messaggio al presidente e al consiglio della Comunità Ebraica di Milano e al rabbino capo Alfonso Arbib: “Abbiamo appreso dai mezzi di informazione la notizia del terribile attentato avvenuto nel museo ebraico di Bruxelles. Siamo costernati e vicini a voi e al mondo ebraico nel suo complesso. Tutti viviamo nella speranza che simili avvenimenti non debbano più accadere ed invece, ancora oggi, siamo costretti a fare i conti con un antiebraismo che risorge e colpisce vite umane e luoghi simbolici. Esprimiamo il nostro lutto per quanto accaduto e desideriamo manifestarvi la nostra vicinanza spirituale e la nostra solidarietà. Nei limiti delle nostre forze ci impegniamo a continuare nella strada dell’incontro e della conoscenza reciproca per contrastare il pregiudizio, purtroppo ancora presente anche nel nostro Paese, e ogni forma di antiebraismo e di intolleranza, comunque si manifesti”.