Jewish and the City: si replica a settembre

di Ester Moscati

Dopo il clamoroso e per certi versi inaspettato successo dello scorso anno (15.000 presenze registrate), Jewish and the City, il Festival internazionale di cultura ebraica, si prepara alla seconda edizione. Il Festival si terrà a Milano dal 13 al 16 settembre 2014, includendo anche quest’anno la Giornata Europea della Cultura Ebraica, in programma per domenica 14 settembre. «C’è un grande interesse da parte del Comune, che sarà partner a tutti gli effetti del Festival. Jewish and the City si inserisce così a pieno titolo nell’offerta culturale della città», dice Daniele Cohen, Assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano. Con Rav Roberto Della Rocca, Direttore Scientifico del Festival, David Piazza, ideatore del progetto, e tutto il comitato promotore, Cohen sta già lavorando al programma e ha appena annunciato le date della manifestazione.

Lectio magistralis, incontri e dibattiti, maratone tematiche, concerti, dialoghi interculturali, laboratori per bambini, lezioni di cucina e danza, spettacoli… ci sarà davvero da saziarsi in questa tre giorni milanese che avrà una strepitosa anteprima musicale al Teatro Franco Parenti la sera di sabato 13 settembre e l’inaugurazione ufficiale con le autorità domenica 14, includendo così la Giornata Europea della Cultura Ebraica che quest’anno sarà dedicata alle “Donne nell’ebraismo”. «L’eroe del Festival sarà proprio una donna – spiega David Piazza -. È la figlia del Faraone, che salvò Mosè, una ribelle che si oppose all’autorità del padre e rese possibile tutta la storia fino alla liberazione del popolo ebraico, l’esodo».

Il tema scelto per questa edizione di Jewish and the City è infatti “Pesach”, fortemente correlato al percorso del popolo ebraico verso la libertà. Il Festival sarà occasione di racconto, scambio e riflessione sulla liberazione e sulla presa di responsabilità di una nuova identità libera, rappresentata dalla Torà.

«L’idea vincente di Piazza è stata quella di proporre temi molto specifici della nostra cultura e di chiamarli con i nostri termini: Shabbath, Pesach. – spiega Rav Della Rocca -. Non cerchiamo contaminazioni, sincretismi, ma solo di presentare noi stessi agli altri e allo stesso tempo attirare così gli ebrei lontani. Pesach è un tema che si presta molto bene a contemperare il particolare dell’ebraismo nell’universale dell’umanità. L’esilio, la redenzione… C’è un messaggio, un insegnamento universalistico, attuale,  della Torà sui deboli, sugli ultimi, sugli stranieri».

Libertà e liberazione, essere stranieri, emigrare… che cosa c’è di più attuale? E poi i riti, la famiglia, il cibo (sarà allestito un lunghissimo tavolo del Seder, dove il racconto dell’Haggadah sarà accompagnato, come tradizione, dai canti). E ancora la mostra di Haggadoth, anche con modalità sorprendenti.

Il tema prescelto verrà trattato in tante sfaccettature: la narrazione, l’etica, l’esodo, l’identità, l’essere straniero, l’esilio, il viaggio, la leadership. E tutto sarà ospitato dal Quartiere Guastalla, questa “città ideale” che già lo scorso anno si è estesa, a partire dal centro rappresentato dalla Sinagoga, a luoghi storici e proattivi di Milano:  la Rotonda della Besana, l’Umanitaria, il Teatro Franco Parenti, L’Università Statale, l’Avvocatura, la sede della Fondazione Corriere della Sera, la Banca Intesa, le Gallerie d’Italia.

Quest’anno il valore aggiunto sarà la collaborazione con MITO, che condividerà con Jewish and the City celebrità internazionali. I nomi sono ancora top secret, ma la qualità dello scorso anno sarà di sicuro replicata e forse, forse …

Si cerca anche di coinvolgere tutti gli ebrei, di tutte le edoth, e tutti gli enti ebraici nell’organizzazione del Festival, in modo che ciascuno possa portare idee, competenze e valori del proprio ambito. La Comunità ebraica si avvarrà anche quest’anno della preziosa collaborazione e capacità organizzativa di Trivioquadrivio.