Grow more with less. La tecnologia israeliana al servizio dell’agricoltura

Appuntamenti

di Davide Foa

expo1La popolazione mondiale aumenta, le terre coltivabili e le risorse in generale diminuiscono: come risolvere il problema? Con quali mezzi possiamo garantire, per oggi e per il futuro, una produzione agro-alimentare degna di una popolazione sempre più esigente? Domande fondamentali, che saranno certamente al centro del dibattito durante i giorni di Expo 2015 a Milano.

In attesa della grande esposizione universale, il tema in questione è stato trattato martedì 25 febbraio durante una conferenza presso il Palazzo Pirelli. Un incontro che ha evidenziato ancora una volta (dopo la presentazione del padiglione israeliano per expo), la leadership delle aziende israeliane nel settore delle tecnologie agricole.

Tra gli ospiti, Davide Pacca, dirigente Relazioni Internazionali per Regione Lombardia, Natalie Gutman-Chen, consigliere per gli affari commerciali e investimenti del Ministero Israeliano dell’Economia, Riccardo Gefter, responsabile Expo per il Parco Tecnologico Padano, Luca Olcese, Direttore Generale Netafim Italia e infine il professor Yoram Kapulnik, Direttore del Volcani Center.

Expo è stata, è e sarà l’occasione per mettere in contatto le tecnologie israeliane con l’agricoltura italiana. Gefter porta all’attenzione un esempio emblematico di questa collaborazione tra i due paesi. In un campo a lato del Parco Tecnologico Padano si è deciso di costruire una collina artificiale per dimostrare la possibilità di coltivare anche su terreni apparentemente difficili. Tutto questo è stato reso possibile grazie all’irrigazione a goccia, marchio di fabbrica di Netafim, azienda israeliana leader nel settore delle tecnologie agricole.

expo2“Vorremmo che la collina di Lodi diventasse un centro da cui lanciare messaggi importanti”,  spiega Luca Olcese, direttore generale di Netafim Italia. Un messaggio forte e chiaro: è possibile fare agricoltura anche in situazioni difficili.

Certo, bisogna servirsi delle migliori tecnologie disponibili per raggiungere determinati risultati. Una di queste è senz’altro l’irrigazione a goccia, capace di far risparmiare grandi quantità d’acqua.

Se l’irrigazione per sommersione permette alle piante di assorbire appena il 40/60% d’acqua, quella a goccia rende un assorbimento pari al 90%.

Grow more with less: questo è il nostro motto.” dichiara Olcese.

C’è un paese in particolare in cui il problema delle risorse disponibili ha sempre svolto un ruolo da protagonista: Israele. “Ci vogliono tre cose per produrre alimenti: terra, acqua e agricoltori. Tutti elementi piuttosto limitati in Israele”, spiega il professor Yoram Kapulnik, direttore del Volcani Center, centro di ricerca israeliano in materia di agricoltura.

La mancanza di risorse e la necessità di trovare soluzioni alternative, hanno permesso proprio in Israele lo sviluppo di una serie di innovazioni in campo agricolo. La strada è sempre quella, la stessa indicata da Olcese: produrre di più con meno. “Con la stessa quantità d’acqua, oggi coltiviamo cinque volte più di prima”, afferma Kapulnik.

Diversi sono i procedimenti innovativi grazie ai quali è aumentata la disponibilità di acqua: dalla desalinizzazione, all’irrigazione a goccia, passando per una tecnica particolare che permette il potenziamento delle precipitazioni, andando a intervenire sulle nuvole stesse.

expo2Eppure le innovazioni israeliane non si sono limitate a garantire esigenze naturali, come poteva essere una maggiore disponibilità d’acqua. “Oggi i consumatori sono sempre più difficili”, ammette Kapulnik; ecco allora la necessità, o meglio il desiderio, di accontentarli, proponendo magari tre differenti qualità di peperoni, oppure un grappolo d’uva con acini per metà verdi e metà rossi. Quegli stessi consumatori diventano poi produttori quando si parla di rifiuti.

Un problema quello dei rifiuti che non riguarda certo solo Israele. Da un lato si pone la questione di come utilizzare i rifiuti, dall’altro si sente la necessità di diminuire la loro produzione, evitando quindi sprechi di cibo. Un errore banale del consumatore, come spiega il professore, è quello di mettere tutta la frutta e verdura nello stesso frigorifero alla stessa temperatura. Se vogliamo che le nostre zucchine o i nostri pomodori si conservino più a lungo, c’è bisogno di una distinzione nel modo di conservarli. Come fare?

expo3Per Kapulnik la risposta è nei sacchetti, negli imballaggi che utilizziamo: “ presso il Vulcani Center abbiamo creato degli imballaggi capaci di far traspirare il sudore, in questo modo il prodotto, aperto anche quattro settimane dopo, appare come se fosse stato appena raccolto.”

L’Introduzione della tecnologia all’interno dell’agricoltura ha anche un altro scopo, molto importante. “Oggi, solo il 2,7% della popolazione israeliana lavora nel campo della produzione alimentare: ai giovani non piace fare l’agricoltore”, ricorda Kapulnik.

Come convincere quindi un giovane a entrare nel settore? Semplice, modernizzando le condizioni di lavoro. Agricoltura e tecnologia: due termini che oggi, per necessità e volontà, si legano sempre di più.