È morto l’ “ebreo fortunato” Vittorio Dan Segre

Israele

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(fonte: ilgiornale.it)
Vittorio Dan Segre (fonte: ilgiornale.it)

Si è spento all’età di 92 anni, dopo una lunga malattia, Vittorio Dan Segre, giornalista e scrittore israeliano di origine italiana.

Nato in Piemonte (a Govone, Cuneo) nel 1922, a diciassette anni, con l’avvento delle leggi razziali del Fascismo, fu costretto a emigrare in Palestina. Tornò in Italia nel 1944, come corrispondente di guerra al seguito della Brigata Ebraica. Più tardi partecipò attivamente alla fondazione dello Stato di Israele (1948). Lavorò come “attaché” all’ambasciata israeliana di Parigi, occupandosi prevalentemente di cultura e iniziando, così, la carriera diplomatica, che lo portò a operare in Madagascar (ambasciatore) e in Africa occidentale (delegato diplomatico).

Nel 1969 iniziò un’intensa carriera accademica, che lo portò a insegnare a Oxford, al Massachusetts Institute of Technology, a Stanford, alle università di Torino e Milano e alla Bocconi. Dal 1989 era professore emerito di Pensiero politico ebraico all’università di Haifa. Nel 1998 fondò, presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano, l’Istituto di Studi Mediterranei.

Scrisse importanti saggi: Le metamorfosi di Israele (Utet, 2006), Il Bottone di Molotov (Corbaccio, 2004), Il poligono mediorientale: fine della guerra arabo-israeliana (Il Mulino, 1994), La guerra privata del Tenente Guillet (Corbaccio, 1993), Storia di un ebreo fortunato (Bompiani, 1985).

Accanto alla feconda attività di scrittore affiancò quella di giornalista, collaborando per anni con “Le Figaro”, “La Nazione”, “Il Corriere della sera”, prima di approdare infine a “il Giornale”, dove firmò i suoi articoli con lo pseudonimo “R. A. Segre”, in omaggio alla moglie (Rosetta Bauducco). Fu anche collaboratore del Bollettino della Comunità di Milano. Nel 1974 è fra i fondatori e finanziatori del “Giornale” di Indro Montanelli, a cui ha collaborato fino a poco tempo fa.

Vittorio Dan Segre davanti a Gerusalemme (fonte: ilgiornale.it)

A testimoniare la ricchissima attività politico-culturale di Dan Segre, c’è il suo corposo epistolario che nel 2007 è stato acquisito dall’Archivio Ebraico Terracini (Fondo Dan & Rosetta Segre). Scambio di lettere con personaggi del calibro di Golda Meir e Ben Gurion,Isahia Berlin e Ralph Dahrendorf, Mario Missiroli, Indro Montanelli e tanti altri.

«Uomo di profonda cultura, amava guardare le novità che lo circondavano con l’entusiasmo di un ragazzo e con spirito di grande umiltà – si legge sul suo amato Giornale -. Quella stessa umiltà con cui, nell’arco della sua lunga vita, aveva ricoperto incarichi defilati che gli avevano comunque permesso di osservare da vicino, con distacco e ironia, i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della seconda metà del Novecento. Qualche anno fa si era messo diligentemente a studiare il “fenomeno Internet”, sforzandosi di comprendere le molteplici sfaccettature della Rete. Si era subito convinto della grande importanza del web e dell’utilità di aprire un blog, la sua ultima finestra sul mondo: “Lo sguardo di Dan“. Uno spazio virtuale (ma reale) che non smise mai di amare. Come i suoi attenti lettori».