La Conferenza dei Rabbini Europei mette al centro la sicurezza delle sinagoghe

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di Ilaria Ester Ramazzotti

La sicurezza davanti alla sinagoga di Marsiglia
La sicurezza davanti alla sinagoga di Marsiglia

“In Europa le sinagoghe non sono più un rifugio sicuro”. A rilanciare l’allarme sicurezza è la Conferenza dei Rabbini Europei riunitasi il 19 febbraio a Monaco di Baviera attorno a un tavolo di discussione sul tema. All’evento hanno partecipato anche il politico israeliano Tzipi Livni, Maram Stern del Congresso Mondiale Ebraico, Peter Neumann, direttore del Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione, e Jürgen Storbeck, ex direttore di Europol.

“Nella mente di quasi ogni ebreo c’è” il pensiero della “possibilità di ciò che potrebbe accadere; purtroppo a Copenaghen, Bruxelles e Parigi, questo è diventato realtà”, ha detto il rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini del Continente. “La comunità ebraica si ritrova presa di mira da diverse direzioni: dall’estrema destra, dell’estrema sinistra e dal terrorismo islamico”, ha sottolineato riferendosi agli attacchi terroristici subiti dagli ebrei negli ultimi anni nei paesi europei.

Maram Stern ha fatto eco a Goldschmidt svelando come, camminando per le strade, non si senta più a proprio agio quando la sua destinazione è la sinagoga. “Le persone sono curiose di vedere chi entra e chi esce: è come ci si trovasse in uno zoo”, ha sottolineato.

Tzipi Livni ha dichiarato che se da un lato Israele sente la responsabilità della sicurezza degli ebrei in tutto il mondo, è tuttavia “responsabilità di ogni Stato proteggere i propri cittadini” e che “ogni ebreo dovrebbe essere in grado di portare avanti il suo cammino ebraico senza dover affrontare la discriminazione”.

Jürgen Stobeck ha invece parlato della capacità della Germania di affrontare la minaccia del terrorismo, dicendo che prima dell’attacco dello scorso dicembre al mercatino di Natale di Berlino i servizi di sicurezza tedeschi non avevano abbastanza fondi, ma che dopo quel tragico avvenimento “ hanno ottenuto un sacco di soldi; tuttavia è necessario migliorare la gestione delle informazioni sia a livello nazionale che internazionale”.

Peter Neumann ha poi descritto gli ebrei come “i primi a essere presi di mira”, evidenziando che “solo perché la comunità ebraica non è stata colpita nel corso dell’ultimo anno, non vuol dire che non sia un obiettivo”. Per quanto riguarda l’ascesa dell’estrema destra in Europa, ha infine dichiarato che: “Alla base di ogni partito di estrema destra, c’è antisemitismo”.