All’asta lettere inedite di Albert Einstein

di Davide Foa

 

“Se Dio ha creato il mondo, certo si sarà preoccupato di rendere il suo funzionamento a noi difficilmente comprensibile.”

Questo scriveva Albert Einstein nel febbraio del 1954, all’interno di una lettera indirizzata al suo amico-collega David Bohm, conosciuto ai tempi del suo impiego alla Princeton University.

Dio, la fisica, maccartismo e Israele

La lettera in questione fa parte di una collezione recentemente messa all’asta, in cui il fisico tedesco confida a Bohm pensieri sui più svariati temi: dalla fisica quantistica a Dio, ma anche maccartismo e Stato di Israele.

Le lettere sono state messe all’asta in seguito alla morte della moglie di Bohm, sopravvissuta al marito e quindi trasferitasi in Israele a metà degli anni ’90.

“C’è oggi grande interesse per qualsiasi cosa riguardi Einstein”, afferma Roni Grosz, curatore degli archivi ‘Albert Einstein’ della Hebrew University a Gerusalemme. “Non passa un mese senza che qualche documento di Einstein venga messo all’asta o in vendita”.

Come riportato su Ynet, è molto probabile che all’asta, organizzata per settimana prossima, la collezione possa raggiungere un valore superiore ai 20.000 dollari.

Le cinque lettere spedite a Bohm, datate dal 1951 al 1954, rivelano una sincera vicinanza di Einstein alle vicissitudini dell’amico, costretto a lasciare gli Stati Uniti per il Brasile dopo essersi rifiutato di testimoniare in merito ai suoi legami con il partito comunista. All’epoca infatti, il governo americano, dietro le direttive del Senatore McCarthy, aveva instaurato di fatto un regime di caccia all’uomo, con tanto di liste di proscrizione, contro tutti quegli esponenti del mondo politico e accademico che si pensava potessero avere legami col comunismo sovietico.

Da sinistra Albert Einstein e David Bohm
Da sinistra Albert Einstein e David Bohm

Israele: interessante ma con poche possibilità

Commentando gli effetti del maccartismo, Einstein rivela a Bohm di non prevedere affatto un futuro migliore per gli Stati Uniti, anzi. Per questo consiglia all’amico di rimanere in Brasile fino all’ottenimento della cittadinanza. Proprio a questo proposito, i due intellettuali si scambiano opinioni riguardo alla possibilità di trasferirsi nel nuovo e affascinante Stato di Israele.

Nonostante i legami con la Hebrew University, Einstein esprime parecchi dubbi a riguardo, ritenendo Israele “intellettualmente attivo e interessante ma con poche possibilità”. Ecco spiegato il motivo per cui, nel 1952, lo stesso Einstein rifiutò di diventare presidente dello Stato ebraico. “Andare lì con l’intenzione di lasciare il paese alla prima occasione sarebbe spiacevole”.

Bohm non seguì però i consigli di Einstein e nel 1955 lasciò il Brasile alla volta di Israele. Per due anni insegnò al Technion di Haifa e sempre lì, in Israele, conobbe quella che nel 1956 sarebbe diventata sua moglie, Sara Woolfson. In accordo con le premonizioni di Einstein però, i due lasciarono il paese appena un anno dopo, direzione Bristol.

Solo dopo la morte del marito la signora Woolfson sarebbe tornata in Israele, portando con sé le preziose lettere di Einstein.