Giunta aperta/giunta chiusa

Un commento del Consigliere Michele Boccia.

Nel consiglio straordinario del 22 giugno si è discusso a lungo sulla decisione presa dal Presidente della Comunità Roberto Jarach di non consentire la presenza di consiglieri alle riunioni di giunta. Come ho avuto modo di commentare in consiglio, la decisione di Jarach è stata sorprendente, in quanto proprio lui è stato per anni attivo partecipe della vita consiliare, sia da Presidente che da membro dell’opposizione, senza mai che venisse messo in dubbio il suo diritto di presenza. Tra l’altro le motivazioni presentate per giustificare le giunte chiuse non reggono: a) i consiglieri in giunta non hanno diritto di parola se non invitati ad esprimere il proprio contributo e quindi non c’è pericolo di intimidazione sugli assessori né di allungamento delle sedute, b) poiché comunque i verbali di giunta sono messi a disposizione dei consiglieri, non sussiste la possibilità di secretare i temi trattati.
Al di là del tema all’ordine del giorno però quello che mi ha più amareggiato è stato il palpabile clima di ostilità nei confronti di noi consiglieri di “Per Israele”, con continue interruzioni e commenti da parte di Roberto Jarach. Almeno nelle riunioni di Consiglio mi sarei aspettato da parte del Presidente un maggior rispetto delle opinioni altrui.

Ho cercato di trasmettere come noi percepiamo la situazione, chiedendo alla maggioranza di provare a mettersi nei nostri panni per cercare in questo modo di capire e superare il clima di ostilità. Non si tratta di un esercizio inutile perché se non ritroviamo un sentimento comune su chi siamo e sul perché vale la pena restare uniti, indipendentemente dalla differenza di opinioni e scelte di vita, non sarà possibile affrontare le gravi difficoltà finanziarie che ci attanagliano.
Ho ripercorso la serie di eventi che, in un singolo mese, si sono succeduti dall’instaurazione del nuovo consiglio: la scelta di costituire una giunta monocolore, la decisione di chiudere le giunte, l’intervista di Roberto Jarach alla Stampa, la decisione di non pubblicare gli scrutini di ragazzi non in regola con i pagamenti, e per finire la lettera di Alberto Foà pubblicata con ampio risalto sugli organi di comunicazione della Comunità. Penso di aver parlato a nome di tutti i passati consiglieri, incluso Roberto Jarach, quando ho affermato che quella lettera era ingiuriosa nei confronti di chi, per anni, ha lavorato per questa comunità, mettendoci impegno ed entusiasmo, dedicando il proprio tempo a scapito del lavoro e degli affetti per qualcosa in cui credeva. Col senno di poi, mi chiedo ora se ne sia valsa la pena.

Per fortuna Foà ha poi trasmesso le sue scuse tramite gli organi comunitari. Il mio sarebbe però un “ipocrita buonismo” se dicessi che ora tutto va bene. Non è certo questo stile di comunicazione che potrà aiutare a stabilire un clima sereno in cui confrontarsi.
In Consiglio, Foà ha chiesto, a parte i toni, cosa pensassi del contenuto della sua lettera. Non ho problema a condividere alcuni punti, soprattutto in relazione all’organizzazione comunitaria, all’assenza di organigrammi e responsabilità certe, esprimendo invece perplessità, in mancanza di una verifica dei dati, sui risparmi che ritiene di aver già realizzato. In proposito, Foà mi ha invitato (invito che accolgo) ad incontrarlo per verificare insieme il bilancio.
Onestà intellettuale però impone che Foà riconosca che gli addebiti mossi sono il frutto non di quattro anni ma di decenni di gestione comunitaria e che anzi, proprio nell’ultimo Consiglio, come sottolineato dal Consigliere Avram Hason, sono stati implementati i passi necessari per realizzare una gestione del personale conforme con quanto richiesto da una struttura complessa come la nostra.

Ho cercato in queste poche righe di trasmettere la nostra percezione degli atteggiamenti della maggioranza nei nostri confronti (delegittimazione del ruolo, prevaricazione, …). Ascoltando durante il consiglio i commenti degli esponenti della maggioranza, ho avuto la sensazione che la stessa percezione in senso opposto sia da loro provata nei nostri confronti.
Ma se il problema è una reciproca diffidenza e sfiducia, ci tengo a sottolineare che siamo disponibili fin da subito a fare la nostra parte. Già nella prima riunione di Consiglio abbiamo augurato alla nuova giunta il massimo successo possibile, perché in caso contrario non ci sarebbe stata una prova d’appello per la nostra Comunità. Non abbiamo nessuna intenzione di ostacolare i lavori della nuova maggioranza. Cercheremo di evitare attacchi che possono essere fraintesi, criticheremo, quando necessario, l’operato della maggioranza sperando che questo non venga interpretato come mancanza di rispetto per il ruolo ed appoggeremo invece le loro decisioni quando ci sembreranno giuste.

Sarebbe positivo che lo stesso gesto di buona volontà venisse accompagnato da una riapertura delle giunte, in attesa che vengano condivise le nuove regole di governance comunitaria auspicate dal Consigliere Roberto Liscia.
Mi auguro che da ora in poi si torni ad un vivere civile, rispettoso delle opinioni di tutti e delle reciproche differenze, ma con una condivisione di alcuni principi di fondo che dovrebbero rappresentare la base del nostro vivere insieme.


Michele Boccia